L’accordo

ENRICO TEALDI

OPENING MERCOLEDì 16 NOVEMBRE 2022
FINO A SABATO 21 GENNAIO 2023

 
 
 

L’accordo

Giulia De Giorgi

Francesca Antonini Arte Contemporanea presenta la terza mostra personale di Enrico Tealdi in galleria, con opere realizzate dall’artista negli ultimi due anni. Tele di grande formato si alternano ad altre più raccolte e a opere su carta. Scogliere, pini marittimi, spiagge e boschi sono abitati da figure poste presso luoghi che si potrebbero percepire come il confine del paesaggio, ma che in realtà, immersivi e totalizzanti, accolgono la figura. Scenari accomunati da delicatezza, sapienza di espressione e di resa pittorica. L’artista raffigura riti quotidiani: “un pomeriggio al sole, restare all’ombra di un albero, ascoltare le voci che si amano. Un invito al contatto con ciò che ci circonda”, alla ricerca di “un incontro clandestino con se stessi.”

La pittura di Tealdi è rivelazione. La scena ci appare al di là di una dissolvenza, il bagliore acceca e nello stesso momento rivela. Le tinte polverose sfocano i contorni, mentre la luce rende manifeste le sagome, in un procedimento che alterna rarefazione a condensazione.

Per via di aggiunte, gli strati di pittura si sedimentano e, nella grande dimensione così come nella piccola, sono i colori a costruire le forme. Il lavorio sulla tela cede però anche spazio, si disfa, fino a lasciar intravedere tratti a crudo, nudi, che la mano dell’artista lascia indisturbati, vergini. La tecnica mista a olio, acrilico e pigmenti trova il proprio posto su tele di recupero, negli ultimi anni privilegiate dall’artista, che può così aggiungere nuovi capitoli alla storia già vissuta dal supporto.

La pittura di Tealdi è figura. Nei lavori in mostra figure umane completano il paesaggio in punta di piedi, a suggellare la ritrovata unione tra uomo e natura. Gruppi di persone allungano lo sguardo verso un orizzonte indefinito, consapevoli che la ricerca dell’Arcadia, a lungo ambita, si è conclusa, e che si sta manifestando attorno a loro. Si riuniscono in simposi per celebrare l’occasione e i titoli delle opere lo testimoniano.

I personaggi di questa narrazione che si svolge davanti ai nostri occhi sono allo stesso tempo osservanti e stanti: la figura è come l’albero, è come la roccia, è uno degli elementi del paesaggio, ne detiene la medesima valenza, è una forma organica al pari delle altre che subito riconosciamo come naturali.

La pittura di Tealdi è natura. È come se con un binocolo si potesse scrutare in lontananza attraverso le finestre pittoriche aperte sull’esterno, che ci rivelano questa verità: siamo della stessa essenza di ciò che ci circonda. Il dettaglio naturale si fa grandioso, l’albero è a sua volta figura, il paesaggio è ritratto, è racconto.

Il dialogo con la natura avviene di fronte a noi.

Davanti ai nostri occhi, un’apparizione. Tutto ci sembra improvvisamente nitido, non accade, ma è, nella pienezza di uno sguardo che non manca di nulla. Stiamo assistendo al momento stesso del compimento, al grado zero dell’attimo estatico, alla pienezza del qui e ora.

Tealdi ci fa dono della bellezza della semplicità, dell’aspetto puro e profondo delle cose naturali e umane. Ci accoglie senza riserve nel suo mondo, che da intimo si fa universale, e da contingente si fa eterno. Ci svela il segreto per posizionarci fuori dalla corrente della storia.

… potrò ben io fra queste deserte piagge, agli ascoltanti alberi, et a quei pochi pastori che vi saranno, racontare le rozze ecloghe, da naturale vena uscite; così di ornamento ignude esprimendole, come sotto le dilettevoli ombre, al mormorio de’ liquidissimi fonti, da’ pastori di Arcadia le udii cantare…

(Jacopo Sannazzaro, Arcadia – Proemio, 1504)


RASSEGNA STAMPA

ELLE DECOR, ARTRIBUNE, ATPDIARY