terra-cotta

MANUELA CIRINO, ANNALISA GUERRI, EMILIANO MAGGI, DAVIDE MONALDI, BENEDETTO PIETRO MARCHI, DAVIDE RIVALTA

OPENING GIOVEDì 7 GIUGNO 2018
FINO Al 14 SETTEMBRE 2018

 
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terra-cotta

La collettiva terra - cotta presenta un pensiero circa la ripresa di un materiale antico quanto l’uomo, ma mai così attuale nella produzione artistica contemporanea.
Gli autori invitati, differenti per formazione e provenienza, mostrano, tramite le loro opere, una moltitudine di modalità di trattamento dell’argilla prima e della terracotta o della porcellana poi, restando legati da un comune fascino per il modellare la materia, l’imprimere una traccia in maniera di volta in volta primitiva, ludica o più concettuale.

Il lavoro di Benedetto Pietromarchi (Roma, 1972) — un contenitore zoo-antropomorfo che contiene se stesso, terra cotta che racchiude terra cruda, per modellarsi nella ceramica policroma del vasellame — apre idealmente al tema della mostra. L’artista ha seguito in prima persona l’intero procedimento di produzione, dalla cavatura della terra alla cottura, mettendo al centro il rapporto col territorio e l’origine fisica dell’opera, le cui coordinate esatte sono impresse sulla superficie del recipiente. Le radici che si diramano dai vasi a parete sembrano anelare a un ritorno alla stessa terra che li ha originati, arrivando a confondere i confini tra natura e artefatto. Tale relazione intima, quasi carnale, con la materia di partenza, anima i lavori di Annalisa Guerri (Roma, 1979); qui l’argilla si trasforma in porcellana che riesce a farsi fragile, delicata e sottilissima, in sculture che acquistano via via corpo e volume, mantenendo un’inedita preziosità e brillantezza cromatica.
La giustapposizione, il formarsi per livelli e aggiunte istintive, è condiviso dalle piccole figure di Emiliano Maggi (Roma, 1977), che abitano un universo simbolico e mitologico alimentato della stessa energia delle Veneri fittili preistoriche. In una sorta di teatrino di personaggi antichi, le sculture sembrano disporsi in un dialogo di relazioni silenziose. Antichissima e ancestrale appare anche la testina di Davide Rivalta (Bologna, 1974), in realtà un ritratto femminile iper-contemporaneo, sintetico e agile: pura terra modellata con pochi gesti, a catturare le fattezze di un volto caro.
Dall’idea del gioco, e sviluppando le potenzialità più ludiche di questo materiale, nascono le sculture di Davide Monaldi (San Benedetto del Tronto, 1983). Indistinguibili nella loro natura pop e mimetica dagli oggetti di uso comune, gli hula hoop nascondono in realtà una grande complessità tecnica. A concludere il percorso espositivo, il piccolo ‘asino seduto’ di Manuela Cirino (Milano, 1962) – il cui manto in terracotta si sfalda in piccoli frammenti di carta – sembra suggerire una storia da completare, piccola traccia di una favola che ogni visitatore può riconoscere nel proprio percorso personale.

RASSEGNA STAMPA: CONTEMPORARY ITALIAN CERAMICS , EXIBART