RUDY CREMONINI

CAPRICCIO

Opening 19 MAGGIO 2022

a cura di Maria Chiara Valacchi


Francesca Antonini Arte Contemporanea è lieta di presentare Capriccio, prima mostra personale di Rudy Cremonini (Bologna, 1981) in galleria. Una larga raccolta di opere che racchiude alcune delle tematiche affrontate dall’artista in questi ultimi anni. Composizioni floreali, piscine e i suoi corpi sospesi nell'assenza di luoghi definiti marcano le tele con gesti fluidi ed acquosi, giocando sempre sul crinale tra pieno e vuoto.

Nella storia dell’arte azioni quali l'imitazione delle forme naturali o l'aderenza a rigidi principi estetici sono stati spesso il viatico per giungere ad una appagante sublimazione della bellezza. A tutto ciò è sempre esistita una strada alternativa - sicuramente meno facile da percorrere - che ha resistito all'egemonia della “regola”, contrapponendosi a tutto ciò che fosse stato vicino al concetto di mimesis: questa è l'immaginazione. Nasce così, nel XVI secolo, il "Capriccio"; l'emancipazione da forme espressive rigide, l’esaltazione per una passione sbrigliata dalla verosimiglianza. Vasari considerava il capriccio un binomio di ispirazione e volontà d'azione; per Cremonini non c'è una vera preterintenzionalità progettuale che anticipa il lavoro, esso si forma come un rituale sciamanico, la mano traduce da sempre, simultaneamente, il suo pensiero, in uno scambio continuo di fiotti creativi. Dipinge sospendendo la forma, lavorando sul limite tra definizione del contorno e indeterminatezza dello sfondo. L’emotività presente nei suoi soggetti nasce dall’atto generoso di dare voce alla sua mente, ed egli la svela per mezzo di spesse pennellate cromatiche, polverose e diluite, decostruendo così ogni aspetto di un reale concreto e confortante. 

“E dicesi anche capriccio talvolta alla stessa fatta, cioè questo, o pittura, o scultura, o altro che sia, é un mio capriccio”, così Filippo Baldinucci - nel suo Vocabolario Toscano dell’Arte e del Disegno - sembra descrivere lo spirito di questa mostra dove per la prima volta si osservano opere definitivamente affrancate da qualsiasi vecchio costrutto utilizzato fino ad oggi dall'artista; un lasciare andare del pensiero e della forma, una prima tappa nella sua maturità artistica.